LA CATASTROFE DI BORGO PANIGALE: UN PROFETICO PREAVVISO PER ORTONA.

Esplosione Borgo Panigale

Il Comitato Tecnico Regionale, autorevolmente maneggiato dai VVFF (Vigili del Fuoco) (l’organismo dipende dal ministero dell’interno, ora occupato dall’innovatore Salvini), ha rilasciato (26.6.2017) il Nulla Osta Definitivo di Fattibilità al progetto di Seastock srl in Ortona, che si propone di impiantare, in area portuale e a meno di un km da case ed edifici pubblici, un complesso per la movimentazione commerciale di 25000 mc di GPL. Lo ha fatto aggirando ed eludendo platealmente le norme di legge (il d.lgs. n. 105/2015) che invece era chiamato ad applicare.
Tra l’altro, non ha in nessuna maniera tenuto conto del rischio sismico né del rischio di ….esplosione, in un impianto a poco più di un km dal deposito di carburanti più importante dell’Adriatico (64000 ton).
Lo ha fatto perfino d’autorità, senza neanche porre la decisione a votazione come la stessa legge richiede e cestinando come carta straccia tutte le osservazioni – plebiscitarie – dei cittadini in consultazione pubblica e del Sindaco di Ortona.

Il ministero dell’ambiente (occupato ora da un ex alto ufficiale dei carabinieri, in quota pentastellata) ha mandato avanti la pratica di approvazione senza sottoporre il progetto a Valutazione di Impatto Ambientale nazionale (obbligatoria per tale tipo di opere marittime) e rimettendo la decisione sull’assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) ad una Conferenza di Servizi con i funzionari dell’Amministrazione D’Alfonso (che, con tutto il PD, è, dall’inizio, temerario sostenitore del progetto). Non c’è alcun segnale che dica di un qualche ripensamento del ministero sulla faccenda: anzi…indietro non si torna! [Nei secoli infedeli…]

Il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Medio Adriatico (organismo del ministero dei trasporti, attualmente occupato da tal Toninelli) ha invece espresso il suo parere negativo alla Concessione Demaniale connessa al progetto, per due ordini di ragioni: il primo riguarda il contrasto della localizzazione con entrambi i PRP (piani regolatori portuali), il vecchio e il nuovo; il secondo riguarda proprio l’insufficienza (meglio sarebbe dire l’assenza) dello studio di sicurezza sul trasporto del GPL lungo i percorsi affiancati stradale e ferroviario (un passaggio tipo Borgo Panigale ogni quarto d’ora! Oltre al rischio che esplodano i serbatoi in porto, c’è quello che scoppi un’ autocisterna presso la stazione o che salti un carro-cisterna: ossia, Viareggio+Bologna+ effetto domino su banchina di riva e deposito ENI: un’apocalisse!).

A fronte di questo decisivo parere negativo, per legge, la pratica d’approvazione avrebbe dovuto essere ipso facto chiusa col rigetto del progetto da parte del MiSE. E invece…

L’infausto ministero dello sviluppo economico (occupato ora dall’altro ineffabile innovatore DiMaio, che ha guidato una manifestazione regionale contro il progetto a sett. 2017), a gen. 2018, s’inventa di sana pianta – ed apre – una nuova fase “istruttoria”, senza capo né coda, al solo scopo di demolire le argomentazioni del CdG(comitato di gestione) dell’ADSP Medio Adriatico (autorità di sistema portuale). Ovvero, il MiSE contesta, platealmente e in modo insano, il Min. dei Trasporti! Non solo: ma non mette alcuna regola né limite a questa strampalata istruttoria ed ignora testardamente la richiesta tempestiva del Sindaco di Ortona di chiudere la pratica col rigetto, prima che gli si creino pesanti guai amministrativi. Nel frattempo, D’Alfonso piazza un suo uomo “di fiducia” in quel CdG, nel caso chissamai la palla ripassasse per ventura da quelle parti; e intanto ritarda con ogni pretesto il PRP di Ortona .

E’ ora avvenuta la catastrofe di Borgo Panigale: a Ortona sarebbe stata almeno 10, se non 100, volte tanto, sia in vittime che in danni. Sarebbe dunque il caso che l’ineffabile innovatore DiMaio battesse un piccolo colpo: uno solo! Tuttavia, se il colpetto fosse come per la stazione gas di Sulmona, per il gasdotto Larino-Chieti o per la TransAdriaticPipeline, sarebbe meglio forse desistere: almeno non riceveremmo addosso le raffiche di “fuoco amico” dai nostri innovatori e potremmo comunque continuare a lottare su ogni altro terreno residuo. Anzi: astenersi e tacere eviterebbe ai ministri del “cambiamento” di dichiarare che, per i nostri territori e per la nostra gente, non sono a favore del popolo ma contro di esso; non sono contro le lobbies, ma al loro servizio.

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