GAS A BOMBA, VAL DI SANGRO A RISCHIO

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#Gas a Bomba, val di Sangro a rischio. Associazioni: D’Alfonso e M5s intervengano, servono atti concreti.

Comunicato stampa del 28/07/2018

Gas a Bomba, al Ministero petrolieri controreplicano con sicumera alle osservazioni di regione, enti ed associazioni. Procedura va avanti inesorabilmente, perché D’Alfonso continua ad ignorare il futuro della Val di Sangro? Il M5S governa Roma e ACEA, intervenga per evitare problemi alla diga.

La decisione sul progetto di estrazione di metano a Bomba, a poche centinaia di metri a valle della Diga, con la sua protuberanza costituita dalla centrale di trattamento più a valle, a Paglieta, e il gasdotto in mezzo, procede inesorabilmente il suo corso amministrativo, ma a D’Alfonso pare non importare la fine che rischia di fare la Val di Sangro, cuore dell’apparato produttivo della regione.

Vogliamo sottolineare, per l’ennesima volta, che questo progetto è una spada di Damocle che pende su una delle più grandi aree industriali d’Italia, dove lavorano decine di migliaia di persone. La subsidenza potrebbe comportare seri problemi di tenuta della Diga di Bomba e per questo, applicando il principio di precauzione, il Comitato VIA della Regione Abruzzo bocciò il progetto, ora inopinatamente riproposto a livello governativo nazionale in una veste addirittura peggiorativa per gli impatti, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato che sembrò essere una pietra tombale sul Progetto “Colle Santo”.

I petrolieri della CMI Energia hanno recentemente depositato al Ministero ulteriori documenti, le controdeduzioni alle osservazioni (http://www.va.minambiente.it/…/Ogg…/MetadatoDocumento/204427) e un nuovo studio sulla fauna e sulla flora (http://www.va.minambiente.it/…/Ogg…/MetadatoDocumento/206638).

A breve, quindi, ci sarà la decisione della Commissione V.I.A. nazionale a cui seguirà il Decreto interministeriale.

I toni usati nelle controdeduzioni, che paiono a tratti sprezzanti, rispetto alle numerose criticità sollevate da Regione, Enti locali ed Associazioni, ci fanno pensare al peggio, tenuto conto dell’atteggiamento del Governo Gentiloni-Renzi che sta approvando decine di progetti dei petrolieri. Come mai temi come la sismicità indotta, la subsidenza, la questione della sentenza del Consiglio di Stato e tante altre oggettive criticità sollevate in maniera approfondita, con riferimenti bibliografici e tecnici da tanti enti ed associazioni, vengono liquidati in poche parole dal proponente? Ovviamente riteniamo che siano risposte inadeguate e superficiali, ma perché questo atteggiamento così sicuro?

L’ultimo Decreto di riforma della V.I.A. non fa che accrescere le preoccupazioni, visto che prevede che si possa andare avanti con il progetto qualora il Ministero dell’Ambiente acconsenta anche in caso di bocciatura del provvedimento di V.I.A. da parte della magistratura amministrativa.

In una tale situazione è veramente inaccettabile il silenzio del presidente D’Alfonso, rispetto ai rischi che corre l’intera Val di Sangro e le sue industrie, in caso di problemi con la Diga di Bomba. Dalla Regione ci aspettiamo su questo progetto specifico un’azione politica durissima, una vera e propria vertenza nei confronti del Governo e provvedimenti adeguati per difendere il territorio, a partire dall’inserimento di clausole di salvaguardia nei piani dei SIC, nel Piano di Tutela della Qualità delle Acque, nel Piano Paesaggistico, tutti strumenti sotto la piena responsabilità regionale.

Per quanto riguarda l’opposizione in Regione, chiediamo al M5S che governa la città di Roma, e quindi ACEA, di far intervenire la società ufficialmente con tutto il suo peso nel procedimento. Un’azione rispetto ai Ministeri per difendere anche il futuro della Diga di Bomba attualmente gestita dalla S.p.A. capitolina.

Un parere favorevole del Ministero dell’Ambiente a questo progetto sarebbe un colpo durissimo per decine di migliaia di persone. E chi sostiene di avere a cuore il futuro di queste aree non può far finta di nulla. L’altra volta i petrolieri hanno dovuto inseguire loro le decisioni del Comitato VIA regionale. Stavolta non vogliamo dover inseguire noi le decisioni governative dentro ai tribunali, con forti rischi rispetto al passato.

Aspettiamo risposte concrete.

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