LA RAFFINERIA DI PAGLIETA “S’HA DA FARE” – SVELATE LE CARTE DI LUCIANO D’ALFONSO

la regione veloce

La raffineria di Paglieta “s’ha da fare”.

Svelate le carte di Luciano D’Alfonso

Abbiamo contrastato la Strategia Energetica Nazionale del governo Monti e quella dello Sblocca Italia di Renzi perché altrimenti il Belpaese sarebbe diventato una groviera al servizio delle lobbie petrolifere. Abbiamo vinto con Ombrina registrando un pesante arretramento di quella strategia ma non abbiamo vinto la guerra.

Quella strategia con lo sviluppo energetico legato alle fonti fossili è infatti ancora promossa con manovre a dir poco furbesche e contraddittorie dal nostro Presidente di Regione, da un lato fermo oppositore degli UFO in mare, dall’altro fine tessitore delle fila che stanno facendo approdare in Val di Sangro uno dei progetti più scellerati per il rischio della salute e della vita umana: l’estrazione di gas sotto il lago di Bomba e la raffineria di Paglieta.

Con la risposta che la Regione ha dato, attraverso Arap, alla interpellanza del consigliere Bracco, abbiamo finalmente capito a che gioco sta giocando.

L’estrazione sotto il lago di Bomba e la raffineria a Paglieta “s’hanno da fare”. E si, lo scrivono chiaro. Lo scrivono prima di tutto nel solerte provvedimento agostino in cui Arap mette a disposizione una nuova area per la raffineria di Paglieta, spiegando che non bisogna essere di intralcio agli iter davanti ai Ministeri. E lo riscrivono poi con la giustificazione di questi giorni: si tratta di un procedimento di competenza nazionale. Come dire alziamo bandiera bianca non possiamo fare nulla.

Se non puoi fare nulla perché suggerisci a CMI energia un’altra area? Ben sapendo che il lotto previsto nel progetto presentava enormi problemi di fattibilità? Perché questa solerzia evidentemente non richiesta dai cittadini ma esclusivamente dagli iter ministeriali al servizio delle lobbie?

Luciano D’Alfonso non si nasconda dietro Arap. Non è Arap con un improvvido quanto solerte provvedimento a consentire la realizzazione del progetto già avversato da associazioni e cittadini, già bocciato dal CRVIA e addirittura cassato dal Consiglio di Stato. L’Agenzia Regionale per le Attività Produttive (ARAP) risponde agli indirizzi della politica espressa dal voto dei cittadini. Questa politica rappresentata dal Presidente D’Alfonso sta avallando il progetto e sta conseguentemente tradendo il suo popolo in nome degli iter ministeriali.

Questa classe politica deve finirla di prendere i cittadini per i fondelli. Deve finirla di svendere il futuro di questo territorio. Deve finirla di fare il doppio gioco. Se Arap in pieno agosto, con tempestività e velocità sorprendenti, decide di rilasciare un provvedimento d’urgenza per assicurare che non venga ostacolato il progetto della raffineria, qualcuno (?), essendo Arap struttura dipendente dal Presidente e dalla Giunta regionale, ha deciso, tradendo una intera collettività. Una decisione veloce ma non a sufficienza per passare inosservata. Quella stessa velocità la vorremmo per tanto altro (!!!). Da qui in poi non possiamo che avviare una mobilitazione che sveli all’opinione pubblica quello che è accaduto nel disprezzo non solo della volontà della gente, ma anche degli enormi rischi che quel progetto rappresenta. Il gioco si fa molto duro per noi ma ancor di più per chi pensa di potersi nascondere dietro un dito. Anzi dietro un’ARAP.

Articoli simili