VIGILI DEL FUOCO: TRA DIAVOLO E ACQUA SANTA

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5 ESEMPI, 5 GROSSI DUBBI SULL’OPERATO DEL QUADRO DIRIGENTE DEI VVFF. CHI  METTE A RISCHIO LA NOSTRA INCOLUMITA’ E QUELLA DEGLI OPERATORI SUL CAMPO  “ANGELI DEL FUOCO”?
Quando scoppia un incendio, qualunque ne sia l’origine, che sia opera di un piromane in un bosco, che sia l’esplosione di un gasdotto, digitiamo il 115,  per chiamare all’intervento i Vigili del Fuoco (VVFF), i nostri supereroi.
I VVFF arrivano sul posto per spegnere gli incendi rischiando sovente la propria incolumità per tutelare la nostra.
Alcuni di quegli incendi, però, potrebbero essere evitati se gli Enti preposti al rilascio di autorizzazioni per impianti con impatti rilevanti, come stoccaggi, raffinerie, centrali a biomasse ed altro, rispettassero i protocolli di sicurezza imposti per legge.
Anche i VVFF, nel rilascio delle autorizzazioni, giocano un ruolo dirimente e fondamentale.
Un ruolo che dovrebbe essere giocato a tutela dell’incolumità delle persone, quelle che poi loro stessi spesso si ritrovano a salvare, anche a tutela della sicurezza e salvaguardia degli stessi Vigili del Fuoco chiamati ad intervenire, come abbiamo già segnalato direttamente alla dirigenza ed ai sindacati di settore.
Dei VVFF esiste il quadro dirigente e il braccio operativo, ovvero quelli che siedono dietro le scrivanie e quelli che vanno a spegnere gli incendi.
Sull’operato sempre più eroico degli “operatori sul campo” non abbiamo dubbi, ma dall’analisi di 5 “casi” presi a campione, rispetto all’operato di chi svolge unicamente funzioni autorizzative e procedurali, di dubbi ne sorgono parecchi, anzi troppi.
In ognuna delle 5 procedure autorizzative che rivolgiamo all’attenzione dell’opinione pubblica e degli Enti di merito, compaiono ritardi, omissioni, pareri favorevoli che tutto sono fuorchè ottemperanza alle leggi dello Stato, producendo un risultato paradossale: da un lato supereroi dall’altro spregiudicati colletti bianchi.
Amarezza, delusione e  rabbia si mischiano insieme di fronte ad uno scenario di schizofrenia istituzionale che manda in fumo, ancor prima degli incendi, il nostro diritto alla salute,  la nostra incolumità e il nostro ambiente.
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Segue lettera che abbiamo inviato Al Ministro degli Interni, al comando generale dei VVFF, alle prefetture regionali e ai sindacati VVFF:

Oggetto: Applicazione normativa sulla sicurezza antincendi; ruolo dei Vigili del fuoco (VV FF) nelle procedure di autorizzazione e di controllo degli impianti con impatti rilevanti.

L’Associazione Nuovo Senso Civico onlus (NSC) si occupa attivamente della tutela delle risorse ambientali in ambito regionale e nazionale.

Molteplici le attività che l’Associazione svolge attraverso lo studio delle normative, sempre più complesse, anche in materia di sicurezza degli impianti, e l’analisi dei progetti.

La materia della prevenzione incendi regolata da una complesso sistema normativo basti qui solo richiamare il  D.M. 3 agosto 2015 “Norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs 8 marzo 2006, n. 139”, pubblicato sulla G.U. n. 192 del 20/8/2015 ed il DPR 1 agosto 2011 n. 151 “Regolamento recante recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, …” attribuiscono al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco particolari e rilevanti compiti autorizzativi.

Si osserva che quando capita di dover fare dei lavori di ampliamento, ristrutturazione, modifica dei volumi, persino tinteggiatura esterna  di una casa privata bisogna farne richiesta al Comune per ottenere le autorizzazioni.

Quando un’impresa presenta un progetto di insediamento di infrastrutture industriali, commerciali e d’altro tipo ne fa richiesta presso gli Enti di competenza.

In entrambi i casi, che sia per spostare una finestra o per trivellare un pozzo, si devono attendere le autorizzazioni che passano attraverso procedure più o meno complesse.

Le differenze d’impatto sull’ambiente e sulle persone determinano maggiori o minori verifiche da parte degli Enti deputati al rilascio delle autorizzazioni.

La materia è immensa e costellata di nomi e sigle: MISE, Regioni, Province, Comuni, ARTA, ASL, VIA, VINCA, Capitaneria, Sovrintendenza, Autorità di bacino, CTR, VVFF etc.

Anche i VVFF, nel rilascio delle autorizzazioni, giocano un ruolo dirimente e fondamentale.

Un ruolo che dovrebbe essere giocato a tutela dell’incolumità delle persone, quelle che poi loro stessi spesso si ritrovano a salvare. Ma vi è di più. Tali procedimenti assumono rilievo anche per la stessa sicurezza e salvaguardia degli stessi Vigili del Fuoco chiamati ad intervenire.

Sul punto corre l’obbligo di fare una distinzione tra il quadro dirigente e il braccio operativo dei VVFF: tra quelli che siedono dietro le scrivanie e quelli vanno a spegnere gli incendi.

Quello che in questa sede si intende osservare attiene, va detto, all’operato di chi svolge unicamente funzioni autorizzative e procedurali e non agli “operatori sul campo” il cui lavoro risulta sempre più eroico.

Per essere chiari vi riportiamo cinque esempi “vivi” in cui nasce forte l’inquietudine sul ruolo autorizzativo che i dirigenti dei VVFF svolgono. Con una premessa: CTR è sigla che sta per Comitato Tecnico Regionale, comitato formato e diretto dai VVFF.

  • Progetto di trattamento del gas (raffineria) della CMI Energia spa – Comune di di Paglieta (Ch).

Un’estesa area della Val di Sangro è interessata da un progetto detto “Colle Santo” che, oltre all’estrazione di gas sotto il lago di Bomba, prevede la realizzazione di una raffineria che ricade all’interno del comune di Paglieta. Si tratta di uno stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) e per questo andrebbe sottoposto, per legge, oltre alla consultazione pubblica, all’iter per ottenere dal CTR (il Comitato formato e diretto dai VVFF) il Nulla Osta di Fattibilità (si consideri che il sito scelto per la raffineria è già classificato a rischio di inondazione). Per quel che è dato conoscere nel caso richiamato l’autorità dei VVFF non ha compiuto alcun tipo di verifica, per quanto di propria competenza, del progetto proposto. Assolutamente niente. Si sono completamente disinteressati alla “cosa”, divaricando il rapporto tra idea e azione e non considerando che nell’inondazione di Houston a seguito dell’uragano Harvey si sono sviluppati due incendi di “piccole” raffinerie, con emissione di nubi fortemente tossiche, a cui i firemen , per il rischio alle loro vite, non possono neanche avvicinarsi (!!!).

  • progetto di installazione di un deposito di 25mila mc di GPL presso il Porto di Ortona (Ch).

Con temeraria nonchalance, nell’ambito del procedimento di autorizzazione all’installazione di un deposito di 25mila mc  di GPL, il Comitato Tecnico Regionale (diretto, secondo legge, dai VVFF, che ne sono l’anima), rilascia il Nulla Osta di Fattibilità (NOF) al Rapporto di Sicurezza Preliminare inerente il progetto in procedura.  Sottoposto tale Rapporto a consultazione pubblica come la legge prevede, insieme con parti notevoli del progetto, viene clamorosamente e massivamente bocciato dalla cittadinanza, con ragioni ed argomenti, legge alla mano, letteralmente incontrovertibili. A questa bocciatura si è contestualmente aggiunta quella dell’amministrazione comunale, anch’essa incontrovertibilmente motivata. Ad un anno di distanza da tale imponente e qualificata bocciatura, facendo carta straccia delle preoccupate osservazioni di un’intera cittadinanza, dell’Amministrazione comunale e della legge, il CTR rilascia un nuovo Nulla Osta allo stesso Rapporto di Sicurezza preliminare, senza alcuna cautela aggiuntiva. Un aspetto (involontariamente?) perfido di questa conferma è la difficilissima ammissibilità di ricorsi specifici, per via del suo carattere di semplice “ramo” del procedimento principale. L’Amministrazione comunale, in considerazione della difficilissima ammissibilità di ricorsi specifici e non avendo altra via percorribile col CTR, si è risolta a chiedere almeno una riconsiderazione ed una eventuale revisione delle deliberazioni sul Nulla Osta di Fattibilità. Insomma, a decidere se il “rassicurante” deposito di Gpl sotto il Porto di Ortona debba starci oppure no, è unicamente il CTR che non ha intesso prendere in considerazione alcuna delle osservazioni dettagliatamente motivate di una intera cittadinanza e della stessa Amministrazione.

  • Impianto di trattamento della sansa d’oliva – Comune di Treglio (CH).

Per la ditta titolare del locale sansificio, è in corso presso la Regione un procedimento di autorizzazione quindicennale. Per estrarre olio dalle sanse, la ditta impiega un idrocarburo solvente (n-esano) in un ciclo di evaporazione e condensazione che quando le quantità di solvente immagazzinate sono portate allo stato di vapore, configurano lo stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante (RIR), secondo legge. Per le responsabilità che le competono, l’amministrazione comunale ha pertanto chiesto la presentazione del Rapporto di Sicurezza Preliminare al CTR – per il necessario Nulla Osta di Fattibilità – e la sua sottomissione di legge alla consultazione pubblica. In maniera ufficiosa e verbale, il Sindaco e i suoi consulenti sono stati informati, che i VVFF hanno escluso l’obbligo di sottomissione del Rapporto di Sicurezza al CTR e, dunque, anche alla consultazione pubblica: a nessuno, in una faccenda tanto seriamente grave, è stato dato di saperne di più. Pare assolutamente evidente come la condotta procedurale assunta dalle autorità dei Vigili del Fuoco appaia non solo ingiustificata ma anche priva del rispetto dei doveri di lealtà e correttezza istituzionale. Va poi a margine aggiunto che nonostante l’assenza di qualsivoglia parere favorevole e la scadenza di ogni tempo stabilito, nessuna “determinazione finale” è stata assunta dalla Regione Abruzzo, né in sede di Conferenza dei Servizi decisoria, né dopo.

Rimane il fatto che, qualora l’impianto venisse autorizzato e si dovesse verificare un incidente, nei fatti non escludibili visto l’impiego e lo stoccaggio di solventi, i VV FF verrebbero solo chiamati a porre riparo ad un disastro probabilmente evitabile. D’altro canto gravissima risulterebbe l’omessa predisposizione di un Rapporto di Sicurezza al CTR e, dunque, anche la consultazione pubblica espressamente richiesta dal Sindaco del Comune di Treglio che come si ricorda è autorità di Prevenzione Civile.

  • Impianto di produzione e commercializzazione di biomasse – Comune di Poggiofiorito (Ch).

Una ditta di essiccazione, confezione e commercio di biomasse combustibili, per difetti suoi, è stata costretta ad affrontare tre volte il procedimento di autorizzazione a realizzare ed esercire il proprio stabilimento. L’ultima delle tre autorizzazioni è stata data allo stesso, identico, progetto alla quale era stata revocata la prima, per provata incapacità di tenersi nelle norme. Su tale progetto, fin dal primo momento, la ditta proponente ha chiesto il parere dei VVFF. L’ Autorità dei VV FF tuttavia non è mai apparsa in alcuno dei tre procedimenti affrontati. Inopinatamente, a più di un anno dalla ripresa delle attività in virtù dell’ultima autorizzazione, sul progetto perviene dai VVFF un parere sfavorevole. A seguito di tale provvedimento il Sindaco di Poggifiorito  emette ordinanza sindacale di sospensione delle attività.

Successivamente la ditta produceva un atto notorio nel quale si impegnava a ridurre quelle attività a meno della metà delle proprie capacità installate. A seguito di tale atto i VVFF hanno rilasciato un parere favorevole, non chiedendo alla ditta di operare interventi strutturali sull’impianto, sia per la sicurezza interna che esterna,  ma  semplicemente ponendo lo stabilimento fuori dal parere e dalla competenza degli stessi VVFF, essendo minore la potenza di esercizio al quale la ditta dovrebbe attenersi.

Come appare evidente tale procedura non è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e degli stessi uomini dei VV FF chiamati ad intervenire in caso di incidente.

5) Stoccaggio e distribuzione di idrocarburi raffinati – Comune di Ortona (Ch).

In una collina a poche decine di metri dal mare, esiste un grande stabilimento di stoccaggio e distribuzione (hub), che giungono al porto per mezzo di piccole petroliere. Lo stabilimento, che è lì almeno dal II dopoguerra, è di per se stesso a rischio di incidenti rilevanti (RIR), ma lo è formalmente dal 1999. Ha subito notevoli trasformazioni anche negli ultimi 10 anni ed è pertanto soggetto ai periodici aggiornamenti di legge dei connessi piani di sicurezza ed emergenza: in particolare, l’aggiornamento del piano, che consente quello prefettizio di Emergenza Esterno (PEE), dovuto dal 2011. Competente nei cinque aggiornamenti del caso è il CTR, formato e diretto dai VVFF. Al momento, tuttavia, non esiste nessuna versione valida della notifica ex art. 13 d.lgs. 105/2015, del Sistema di Gestione della Sicurezza ex art. 14 (biennale), del Rapporto di Sicurezza ex art. 15 (quinquennale), del Piano di Emergenza Interno ex art. 20 (triennale) e del Piano di Emergenza Esterno ex art. 21 (triennale); né finora ci sono provvedimenti di rimedio o sanzionatori. Tutti questi documenti, per legge, per via del rischio di incidente rilevante (RIR), devono essere sottoposti a consultazione ed informazione pubbliche a cura dell’amministrazione comunale. A tergo va aggiunto che per lo stesso stabilimento è in corso una campagna di “caratterizzazione” dell’inquinamento pluridecennale da idrocarburi degli strati e della falda sotto i serbatoi. Appare evidente, anche in questo caso, la carenza procedurale delle autorità dei VV FF.

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Con il presente documento si è inteso riportare cinque casi emblematici.

Ognuno di questi cinque casi presi a campione, fra i tanti visibili ed invisibili in Frentania e in tutto l’Abruzzo, potrebbe suscitare qualche perplessità sul ruolo dei VVFF e su quello del Comitato Tecnico Regionale da loro stessi diretto. Senza sporgere lo sguardo sui casi coevi di linee di gasdotti che intersecano elettrodotti, di gasdotti, elettrodotti e oleodotti in frana, di stabilimenti bruciati e riabilitati tal quali, di scarico di responsabilità e competenze, di centrali di raccolta e smistamento di gas naturali sotto i piedi di migliaia di residenti, di depositi sotterranei di gas sotto case, scuole, ospedali e dissesti idrogeologici in atto. L’insieme di questi 5 esempi è però in grado di generare un’inquietudine molto insidiosa e generalizzante sul ruolo effettivo che VVFF e CTR esercitano, almeno in Abruzzo, nella prevenzione dei rischi e nella protezione delle nostre vite.

Prima che tale inquietudine si diffonda fuori controllo, i VVFF e i CTR maturino con prontezza la consapevolezza di dover svolgere una funzione rilevante di prevenzione per la sicurezza delle popolazioni, dei lavoratori e degli stessi agenti del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Gli esempi visitati infatti sembrano rilevare una prassi che non pare garantire neppure i propri uomini impiegati sul campo.

D’altra parte sempre più noto è il ruolo che i funzionari dei VV FF sono chiamati a svolgere nelle procedure autorizzative pertanto ci sia consentito rilevare che quello, che non è perdonato ad Arta, CRVIA, ASL, Autorità, Capitanerie, Sovrintendenze quando con poca attenzione svolgono i propri compiti di tutela, tanto meno sarà perdonato agli “angeli del fuoco” con i colletti bianchi.

É fatto evidente che la carenza nelle procedure di verifica degli impianti espone non soltanto al rischio le popolazioni ma anche i Vigili operativi sul campo.

Chiediamo pertanto che da subito, in applicazione delle norme e delle discipline di settore, le autorità dei VVFF svolgano pienamente i compiti di verifica e controllo ad esse attribuite soprattutto ai fini della prevenzione,  dovendo con preoccupazione constatare, come in questo documento rilevato,  una prassi poco rassicurante.

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