IL MARE IN ABRUZZO: ANCHE GOLETTA VERDE VEDE NERO. COS’ALTRO DOBBIAMO ASPETTARE PER INTERVENIRE?

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Le chiacchiere se le porta il mare sporco.

Sono stati resi noti i dati definitivi 2016 del tradizionale tour di “Goletta Verde” di Legambiente che ogni anno percorre l’intero mare italiano per analizzarne la qualità delle acque avvalendosi di tecnici e strumentazioni d’avanguardia adatte a rilevare la contaminazione microbiologica da batteri fecali (escherichia coli, enterococchi intestinali, ecc.).

I risultati sono complessivamente molto preoccupanti per il mare italiano e addirittura desolanti per l’Abruzzo che si riconferma come lo scorso anno in fondo alla graduatoria condividendo la maglia nera con Marche e Calabria. Quindi da un anno all’altro nessun segno di miglioramento e questo è veramente scoraggiante.

Riassumiamo i dati generali lungo le coste italiane:

  • ogni 54 km. c’è un punto inquinato o fortemente inquinato (corrispondenti al 52% di quelli analizzati che sono in totale 265, uno ogni 28 km. di costa);
  • l’88% di queste situazioni critiche o altamente degradate è in corrispondenza delle foci dei fiumi, di canali, fossi o scarichi più o meno legali presenti sul litorale, con il che si conferma che la priorità urgente dev’essere il risanamento dei corsi d’acqua che sfociano in mare;
  • più della metà di questi ambienti a rischio sono in prossimità di spiagge e stabilimenti frequentati regolarmente da bagnanti, compresi i bambini. Già questo è un fatto gravissimo, se poi aggiungiamo, com’è stato documentato di recente in alcune località abruzzesi, che non vengono neanche apposti daI Comuni gli obbligatori segnali di “divieto di balneazione (assenti nel 74% dei punti visitati da G.V.) e quando sono presenti non sono esplicativi quanto dovrebbero e non vengono messi nei punti di maggiore visibilità, allora la cosa si fa sconcertante e ai limiti del criminale;
  • il 25% della popolazione italiana non è coperta da un adeguato servizio di depurazione delle acque (circostanza che finora ha portato due condanne e 3 procedure d’infrazione da parte della Comunità Europea con una multa di 480 milioni di euro l’anno che dovremo pagare tutti noi fino al completamento degli interventi di adeguamento) e questo lo si riscontra clamorosamente proprio alle foci dei fiumi e dove sbucano canali e scarichi di ogni genere. Nell’83% dei punti rilevati da G.V. sono state riscontrate cariche batteriche oltre la norma ed anche nel 18% dei casi rifiuti solidi di ogni genere derivati dalla mancata depurazione o dagli scarichi illegali (assorbenti, blister, cotton fioc, flaconi di deodoranti e spazzatura varia).

Per quanto riguarda le singole Regioni si segnalano positivamente la Sardegna e soprattutto la Puglia che, per l’Abruzzo, rappresenta un punto di riferimento più equiparabile essendo vicina ed avendo caratteristiche simili alle nostre. Non a caso la Regione Puglia negli ultimi anni si è battuta tenacemente contro le trivellazioni in mare, impedendo dei veri e propri scempi come quello tentato alle Isole Tremiti, e soprattutto ha effettuato una generale e poderosa operazione di risanamento dei fiumi che ha contribuito in maniera decisiva all’attuale situazione virtuosa. Non a caso, e su questo dovrebbero riflettere bene i balneatori e gli operatori turistici abruzzesi, la Puglia è diventata una delle mete preferite dei vacanzieri estivi.

 

E veniamo ai dati riguardanti l’Abruzzo:

  • la situazione resta critica e senza miglioramenti rispetto allo scorso anno: su 9 punti monitorati da Goletta Verde nei giorni 25 e 26 luglio solo 2 hanno fatto registrare parametri entro i limiti.

Questo il dettaglio: il mare antistante la spiaggia in corrispondenza del Fosso del Diavolo a Torino di Sangro (Chieti), in località Dragoni, risulta inquinato. La foce del fosso San Giovanni a Fossacesia (Chieti) in località La Penna, risulta fortemente inquinata. La foce del fiume Moro a Ortona (Chieti) in località Acquabella – San Donato è ugualmente fortemente inquinata. Stessa cosa per la foce del fiume Vibrata, tra Martinsicuro  (Teramo) e Alba Adriatica (Teramo) in località Villa Rosa di Martinsicuro. Il mare antistante la spiaggia di via Liguria, a Pineto (Teramo), ha invece parametri entro i limiti. Ma la foce del torrente Calvano, sempre a Pineto, è fortemente inquinata. Così come lo è la foce del Cerrano a Silvia Marina (Teramo). Entro i limiti è invece il mare in corrispondenza di piazza I Maggio a Pescara. Fortemente inquinata, infine, la foce di fosso Vallelunga a Pescara.

  • La mancata depurazione e la conseguente trasformazione di molti fiumi in fogne a cielo aperto resta la criticità principale sulla quale intervenire subito. Abbiamo depuratori molto spesso inadeguati, sottodimensionati, inefficienti e a volte totalmente non funzionanti. La Regione, per bocca del Presidente D’Alfonso e del Sottosegretario Mazzocca si è impegnata a stanziare fondi importanti in questa direzione. Noi diciamo bene, ma non basta: il risanamento dei fiumi e del mare deve diventare il punto centrale di tutta l’attività amministrativa e politica dai vertici regionali fino alle amministrazioni locali perché ne va del futuro dell’intero Abruzzo che può continuare a sprofondare nell’incuria e nell’approssimazione oppure arrivare a competere ad armi pari, com’è nelle sue straordinarie caratteristiche, con altre regioni più emancipate in questo ambito come appunto la Puglia. Quindi lotta senza quartiere agli inquinatori legali e illegali ed a tutti coloro che propongono progetti e interventi utili solo ai propri ristretti interessi e non a quelli generali. Sarà questo il banco di prova sul quale giudicheremo severamente l’attività di chi ci governa.

La consapevolezza che per risolvere il grave problema che abbiamo non bisogna nasconderlo ma portarlo all’evidenza pubblica per imporne l’immediata risoluzione si sta per fortuna diffondendo, malgrado i soliti poveri illusi, o peggio, che pensano sia l’omertà a mettere a posto tutto. E invece, al contrario, prima si affrontano le criticità e maggiori saranno le possibilità di eliminarle.

Ieri su Telemax è andata in onda la bella, documentata e completa inchiesta di Enrico Giancristofaro su questo scottante argomento, dal titolo “Chiare, fresche e sporche acque” che è possibile visionare qui sotto: è questo l’approccio giusto di chi ama il mare e la terra che vive. Vi invitiamo a visionare il reportage con attenzione perché ricco di dati e  informazioni spesso tenuti un pò “nascosti” che ci restituiscono un quadro regionale davvero sconsolante.:

https://youtu.be/Sl4rB9B4HnQ

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