LA VICENDA “SANSIFICIO VECERE” EMBLEMA DI UNA REGIONE ABRUZZO CHE STA PRECIPITANDO.

BAVAGLIO 

L’antefatto è noto a tutti: la Conferenza dei Servizi di Pescara di lunedì 30 gennaio 2017, che avrebbe dovuto prendere una decisione definitiva sulla nuova richiesta di autorizzazione per il Sansificio Vecere di Treglio per altri 15 anni di attività, non ha deciso un bel niente a causa dell’atteggiamento del dirigente della Regione Abruzzo responsabile unico del procedimento che, nonostante tutti i pareri depositati dagli Enti convocati e quasi totalmente contrari alla nuova autorizzazione , ha ritenuto di non doverla chiudere con un pronunciamento conclusivo come avrebbe dovuto per legge. Non sono bastate dieci ore di confronto durante le quali abbiamo vissuto anche momenti difficilmente comprensibili.

 

Sfogliamo il vocabolario e non riusciamo più a trovare aggettivi per descrivere questi comportamenti. ADESSO IL RISCHIO CONCRETO E’ CHE LA PROPRIETA’ DELL’IMPIANTO POSSA IMPUGNARE QUEST’ATTO DI DECISIONE/NON DECISIONE CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE CHIUSO NECESSARIAMENTE PER QUELLA DATA RIAPRENDO I GIOCHI E GETTANDO DI NUOVO NEL PANICO UN’INTERA COMUNITA’ CHE VA BEN OLTRE I CONFINI DI TREGLIO COMPOSTA DI CITTADINI, AMMINISTRATORI LOCALI, ASSOCIAZIONI E IMPRESE SANE (per le quali non abbiamo mai dimostrato volontà punitive) CHE HANNO MANIFESTATO IN TUTTI I MODI IN QUESTI ANNI IL LORO TOTALE DISSENSO A QUESTO FURTO CERTIFICATO DI SALUTE E BENESSERE CHE IL SANSIFICIO COMPORTA.

 

Per una volta il fatto in sé, pur gravissimo, ha un rilievo parziale nel senso che evidentemente episodi di questo genere avvengono molto spesso, forse quotidianamente e solo di quelli per i quali abbiamo una partecipazione diretta, dall’interno, vengono a galla. Infatti quasi tutte le volte in cui dobbiamo confrontarci con le istituzioni pubbliche regionali abbiamo una reazione mista di incredulità, delusione e spesso rabbia: NON SI TRATTA DI VOLER OTTENERE A TUTTI I COSTI UNA DECISIONE FAVOREVOLE, NO, QUI NON SI RIESCE PROPRIO AD OTTENERE UNA DECISIONE, QUALSIASI ESSA SIA. Come non domandarci perché rendere così farraginosa la decisione. L’idea è che al peggio non ci sia limite.

 

SI TRATTA SOLO DI DISATTENZIONE, INCAPACITA’ O DI QUALCOS’ALTRO? Nessuna delle tre possibilità è meno grave dell’altra perché ognuna viola in maniera plateale e perfino provocatoria il vincolo di mandato di dirigenti e amministratori pubblici che è quello di seguire fedelmente e correttamente le procedure ai sensi delle leggi vigenti. PERCHE’ SI E’ FATTO DI TUTTO PER NON ARRIVARE AD UNA SCELTA DEFINITIVA PUR AVENDO A DISPOSIZIONE TUTTI GLI ELEMENTI PER POTERLO FARE?

 

I dirigenti e i tecnici devono adempiere alle funzioni loro assegnate nel rispetto delle norme e dei principi di buona fede, correttezza, efficienza. Allo stesso tempo la politica deve vigilare per realizzare il bene della collettività rispettando leggi e regole, ma soprattutto deve saper scegliere il proprio apparato burocratico. Questo significa che è compito della  politica pretendere che vengano sanzionati comportamenti illegittimi dei funzionari e dirigenti che devono essere   richiamati duramente all’ordine quando non adempiono pienamente ai propri doveri, doveri  per i quali sono lautamente retribuiti. E non promossi o premiati con premi “di produttività”.

 

I fatti ancor più tragici avvenuti nei giorni terribili delle tempeste di neve mettono in risalto sì la generosità e abnegazione individuale di tanti uomini e donne, ma soprattutto la desolante pochezza, incapacità, disorganizzazione e mancanza totale di capacità di progettualità e prevenzione  di quasi tutte le istituzioni pubbliche regionali.

 

L’ABRUZZO STA PRECIPITANDO INDECOROSAMENTE NON PER RESPONSABIITA’ DELLA NATURA MA DEGLI INDIVIDUI CHE LO GOVERNANO. Abbiamo il fondato sospetto che la vicenda del Sansificio Vecere non sarà l’ultima della serie, ma anche la certezza che questa volta chi ha sbagliato pagherà.

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