“CI SARÀ PURE UN GIUDICE A BERLINO” LA REGIONE ABRUZZO E GLI (IM)PRENDITORI

maniintasca

La vicenda Marcantonio è davvero una vicenda oscura.

La ditta nel 2015 presenta alla regione Abruzzo un progetto per la realizzazione di una Piattaforma tecnologica per la generazione e il recupero di energia da combustibili alternativi in località Breacciaio Colle Campitelli di Lanciano.

Un impianto in grado di trattare 33.000 t/a di rifiuti indifferenziati.

Il progetto vine sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.

Amministrazioni Comunali, cittadini ed associazioni entro i termini stabiliti dal d.lgs. 152/06 formulano osservazioni rilevando la incompatibilità e le carenze del progetto.

Ma evidentemente le regole non sono uguali per tutti.

Nell’ambito della procedura infatti i funzionari del CCR VIA della Regione consentono alla ditta Marcantonio sas di rinviare i termini di presentazione di documenti integrativi chiesti nel corso dell’iter.

Ovvero il 30.05.2017 concedono alla ditta, evidentemente inadempiente, 30 gg di tempo ai quali aggiungono altri 90 gg il 05.07.2017.

Inutile dire come ai cittadini è chiesto di rispettare tempi e scadenze. Ed allora perchè alla ditta in questione viene concessa una proroga ?

Nella vicenda Marcantonio la Regione prende decisioni non solo a dir poco discrezionali ma contraddittorie e certamente non nel rispetto del territorio .

Ma a queste circostanze vanno aggiunti altri elemnti.

Nella nota della Regione del 30.05.2017 i funzionari scrivono ” si comunica che in mancanza dell’invio della documentazione richiesta ad integrazione per l’esame della pratica stessa, entro 30 gg dalla ricezione della presente, la pratica verrà archiviata d’uffuicio senza ulteriore preavviso “.

Successivamente la ditta Marcantonio scrive una mail davvero imbarazzante sia per i toni colloquiali lontani dai formalismi che dovrebbero avere le interlocuzioni con enti sia per la richiesta formulata al servizio Valutazione Ambientale ( Dr. Domenico Scoccia ed al Dirigente Ing. Domenico Longhi) : ” pur nella consapevolezza del tempo già trascorso dall’avvio del procedimento, la scrivente ditta chiede la possibilità di sospendere l’iter del procedimento fino al 31.12.2017; vi chiediamo pertanto di evitare il rigetto immediato della pratica e attendere tale termine per procedere al rigetto; ci scusiamo anticipatamente per il disagio arrecato impegnandoci comunque ad integrare la documentazione richiesta quanto prima; nella speranza che possiate accogliere la nostra richiesta (…)”.

Cioè la ditta chiede una nuova proroga dei termini consapevole del fatto che la Regione si appresta a rigettare il progetto come conseguenza della mancata integrazione documentale .

Cosa accade ? La preghiera viene accolta.

Infatti con la nota del 05.07.2017 pur non sospendendo l’iter fino al 31.12.2017 i funzionari concede altri 90 gg.

Ma quello che sorprende è ancora un altro fatto.

Nella nota ultima cioè quella del 05.07.2017 non si parla più di “archiviazione”, anzi si comunica alla ditta che”la pratica verrà comunque inserita all’Ordine del Giorno del Comitato CCR-VIA senza ulteriore avviso”.

Riteniamo queste circostanze gravissima .

Se non fosse mediaticamente esploso il caso e alcune associazioni non avessero formulato una diffida, il CCR VIA avrebbe portato all’ordine del giorno il progetto nonostante qualche mese prima avesse chiaramente parlato di archiviazione tanto che la stessa ditta chiede una dilazione ed evitare così il rigettare definitivo dell’istanza.

Questi fatti a noi sembrano gravissimi e confermano come in materia di procedura ambientale questa Regione usi le regole in maniera discrezionale.

La vicenda Marcantonio è emblematica di una classe politica e amministrativa incapace di tutelare i diritti dei cittadini e pronta ad applicare in modo diverso la legge .

Di una Regione nella quale la parte politica non vigila sulle attività dei propri uffici. E se lo fa, lo fa solo quando richiamata dalla società civile.

Mazzocca scrive al CCR VIA, chiedendo l’archiviazione, troppo tardi quando il caso è esploso. E se le associazioni non avessero vigilato ? Il progetto sarebbe stato messo all’ordine del giorno del CCR VIA e magari con prescrizioni, sarebbe stato comunque approvato. Tutto questo lascia interdetti.

Eppure non basta.

Anche la conclusione lascia senza parole.

Basti dire che il progetto non è stato fermato da chi doveva e molto tempo prima, cioè dalla Commissione Tecnica VIA Regionale ma dalla ditta stessa che il 6 ottobre scrive “di aver deciso di ritirare con effetto immediato il progetto e di non voler proseguire l’iter autorizzaztivo intrapreso”.

Com’è è possibile che dopo tanta insistenza la ditta abbia deciso repentinamente di abbandonare l’iniziativa ?

Forse era necessario spegnere i riflettori sulla vicenda ?

Forse qualcuno rischiava troppo ?

Colpisce anche che nessun provvedimento di archiviazione è stato formalmente adottato dalla Regione, per quanto a noi dato sapere. Sulla possibilità di verificare ulteriori provvedimenti dobbiamo precisare che la documentazione non è più consultabile online. Il progetto della Ditta Marcantonio è stato rimosso dal sito della Regione con una rapidità davvero encomiabile.

Ora, visti i fatti, cosa intende fare la Regione per verificare quanto oggi da noi denunciamo e che ci riserviamo di fare oggetto di un esposto alla magistratura ?
Nella speranza di trovare risposte concrete chiediamo che venga immediatamente pubblicato il provvedimento di archiviazione.

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