CAVALLI DI TROIA

Nelle vicende che hanno caratterizzato l’iter del gasdotto Larino Chieti ci siamo chiesti perché gli elementi di contrarietà, siano finora naufragati nel silenzio assenso di alcuni comuni, tra cui Castel Frentano e Paglieta, e peggio nel parere positivo di altri, come Filetto e Orsogna, e quello imminente di Chieti, tutti comuni di centrodestra.

Andando poi a fare due conti, scopriamo che a Chieti il gasdotto interessa poco più di un km di campagna, lontano da insediamenti umani. A Lanciano invece il territorio interessato dal metanodotto è di circa 12 km, con le criticità tecnicamente maggiori rispetto agli altri comuni.

Logica porterebbe a quantificare un ecoristoro proporzionato.
Niente affatto.

Sia a Chieti che a Lanciano i soldi della S.G.I. per l’ecoristoro sono all’incirca gli stessi, pochi e miseri ma gli stessi.
La cosa incuriosisce fino a trovare una molto probabile risposta che si collega anche al ruolo che, in questa squallida storia, stanno avendo i sindaci dei comuni di centrodestra sopracitati.

Con l’approfondimento che caratterizza il nostro lavoro ci imbattiamo nei seguenti elementi:
1) il responsabile della Società Gasdotti Italia è il Dr. Marcello Michetti.
2) Michetti è l’interlocutore di mediazione nella contrattazione che precede il parere sull’opera tra la società che vuole imporci il gasdotto e i sindaci;
3) Il Dr. Marcello Michetti è il Presidente del Consiglio di Chieti della precedente giunta Di Primio fino al 2015.
4) I fatti sono questi: il Dr. Michetti è un esponente di centrodestra,che ha operato nella politica con un incarico istituzionale di peso.
E’ un dirigente di altrettanto peso della società privata S.G.I., la stessa che, guarda caso, riesce a portare dalla propria parte, nel parere all’opera, amministratori di area politica di centrodestra.

5) Inoltre, proprio al comune di cui il pesante dirigente è stato addirittura presidente del Consiglio comunale, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata accordata la cifra di 600 mila euro per solo 1,2 km di tracciato.
In proporzione per il passaggio sul territorio di Lanciano, che impegna circa 12 km, S.G.I. avrebbe dovuto offrire una cifra almeno 10 volte superiore.

Noi non vogliamo pensar male, ma i conti sembrano non tornare. Anzi, tornano benissimo.

Conti piuttosto rozzi, che quadrano solo sul baratro di una speculazione a danno di una comunità di centinaia di migliaia di cittadini che, da quel gasdotto potranno vedersi segnato il destino con un cocktail di stoccaggi, frane e terremoti.

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