CASTELLI DI SABBIA

Le reazioni del Sindaco Di Primio e dell’ex Presidente del consiglio comunale teatino Marcello Michetti al nostro comunicato dell’11 giugno scorso non ci sorprendono e neppure le minacce di denuncia al nostro Presidente Alessandro Lanci.
È una storia che si ripete spesso.

In quel comunicato non ci siamo inventati niente.

Sul versante tecnico amministrativo, restiamo molto critici sulla confusione che Di Primio (ma non solo lui) fa tra oneri dovuti ai comuni per il semplice fatto di realizzare opere (compensi per asservimenti, urbanizzazioni….) e accordi per ulteriori compensazioni aggiuntive (“eco-ristori”!). A tal proposito facciamo notare che i primi devono essere stabiliti autonomamente dai Comuni, secondo le regole in vigore e non sono negoziabili, mentre i secondi sono legittimi solo nell’ambito del comma 5 art. 1 della legge “Marzano”.

Nella legislazione della Repubblica Italiana non esiste la possibilità per alcuna amministrazione di “vendere” un parere favorevole in cambio di un compenso monetario. I pareri vanno espressi nel merito e non sono “negoziabili”. Le imprese proponenti possono intervenire dialetticamente solo con chiarimenti ed integrazioni progettuali e non sono abilitate ad alcuna trattativa economica.

Addirittura, il concetto stesso di eco-ristoro monetario non solo è di legittimità discutibile, ma anche espressamente interdetto per alcune categorie di opere, e puo’ essere proposto solo nell’ambito del comma citato della “Marzano”. Ciò in pratica si traduce nel diritto, per i Comuni di sito, per quelli “contermini” e per la Regione, di far valere proprie richieste specifiche del tutto a prescindere dai pareri espressi e secondo criteri specificamente determinati di volta in volta; ciò però solo dopo la determinazione finale scaturita dalla Conferenza di Servizi, e non prima.

Noi abbiamo detto come abbiamo appreso le cifre che corrono in giro sui fantomatici eco-ristori. Dove e come il Di Primio ha preso le “sue” cifre? Noi abbiamo proposto autorevolissime valutazioni tecnico-scientifiche – e progettuali – sui rischi e gli inconvenienti del gasdotto in oggetto: dove e come il Di Primio ha estrapolato le sue? Se le nostre posizioni sono espressioni di qualcuno in cerca di fama, pensa il Di Primio che le sue siano così competenti o autorevoli?
Chi, secondo lui, è fra noi il vero irresponsabile che non vede la natura, gli effetti e i gravi rischi dell’opera proposta?
Chi sta dicendo che al Comune di Chieti e agli altri toccherebbero – in “virtù'” di un parere favorevole – solo quattro soldi stracciati e una mezza lavata di faccia ?

Sulle nostre valutazioni nella materia abbiamo certezze tali da confrontarci in qualunque giudizio: se il Di Primio ha la stessa capacità, li contrasti correttamente, senza denigrarle a vanvera.

Sul versante invece “architetto Michetti”, apprendendo di una sua denuncia a mezzo stampa, riponiamo la nostra attenzione su due fatti da lui non certo negati.

Il primo: all’arch. Michetti è istituzionalmente passato per le mani il progetto in questione quando deteneva un incarico pubblico ed è stato riaffidato lo stesso progetto, dalla proponente privata, nell’ambito dei rapporti con la stessa amministrazione in cui aveva svolto l’incarico solo qualche tempo prima.

Il secondo: questi rapporti sono finora consistiti e tuttora consistono anche in negoziati di natura economica con le amministrazioni.
Con chi, dove, quando e con quale trasparenza? Le amministrazioni sono pubbliche ed operano per atti pubblici, o no?

Noi abbiamo il diritto ed il sacrosanto dovere di sollevare ogni possibile dubbio sulla correttezza, l’opportunità e la moralità di tali fatti.
Noi abbiamo il sacrosanto diritto di conoscere con trasparenza, verificare e contestare la legittimità di tali fatti.
Noi abbiamo il sacrosanto dovere e diritto di affermare che il collegamento tra metanodotto e stoccaggio è riportato nero su bianco nel “Piano decennale di sviluppo” della S.G.I. dove si legge il “sistema di gasdotti permetterà di collegare i principali centri di stoccaggio previsti sul medio adriatico”. Non solo, ma la conferma si trova “leggendo” la rete nazionale gasdotti. Nulla di farneticante quindi. Ci sia pero’ consentito domandare quale fondamento possono avere le dichiarazioni che sul punto fa l’arch. Michetti nell’ultimo comunicato stampa?
Se l’arch. Michetti ci aiutasse a far piena luce sui fatti avrebbe la nostra adeguata considerazione; se invece preferisse sentirsi oltraggiato e ricorrere ad altre vie, sarebbe lui stesso a rigirare il coltello nella piaga, che abbiamo timore si aprirà nel fianco di molti.

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