

COMUNICATO-STAMPA DI NUOVO SENSO CIVICO DEL 11 MAGGIO 2016
LO STATO DELL’ARTA. SULLE ACQUE INQUINATE L’ITALIA STA MALISSIMO MA L’ABRUZZO PEGGIO: BISOGNA CAMBIARE IMMEDIATAMENTE REGISTRO A COMINCIARE DAGLI ORGANI DI CONTROLLO CON LE DIMISSIONI DI AMICONE E LA RIFONDAZIONE DELL’AGENZIA AMBIENTALE REGIONALE.
L’Abruzzo “Regione verde d’Europa” comincia a suonare sempre di più come una colossale presa per i fondelli e di questo gli organi politici e amministrativi regionali ne sono pienamente responsabili.
Partiamo dal vergognoso dato nazionale certificato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale): il 65% delle acque italiane sono inquinate da pesticidi, in particolare il 64% di quelle superficiali (fiumi, torrenti, laghi) e il 32% delle falde sotterranee. Un dato in netto e costante peggioramento negli ultimi 10 anni (+30% per la superficie e +10% per il sottosuolo).
Prima considerazione: dannato lo Stato che non riesce a garantire ai propri Cittadini l’elemento vitale per eccellenza, l’acqua. In questi anni cosa è stato fatto per porre un argine alla scellerata invasione chimica di terreni e campagne? Vogliamo solo ricordare che nel 1990 si è svolto un referendum sui pesticidi che non ha raggiunto il quorum per poco (43,1%) ma che ha visto 18.287.687 persone schierarsi per il SI alla loro abolizione (93.5%). 18 milioni di persone adulte in rappresentanza anche di bambini e minorenni che sono quelli che più ne pagheranno le conseguenze in futuro. Ebbene, anche senza la validità della consultazione, l’orientamento di una così grande fascia della popolazione non avrebbe dovuto comunque indurre i vari Governi in carica a prendere provvedimenti adeguati in difesa della salute di persone e ambiente? Se i risultati attuali sono questi qualsiasi azione presunta o vantata è stato un totale insuccesso, doloso o colposo non sta a noi stabilirlo.
Ma torniamo tristemente in Abruzzo dove già da tempo ci occupiamo di fiumi inquinati e depuratori che non funzionano o sotto sequestro. Dai dati forniti dall’ISPRA risulta che l’Abruzzo è il 30% sotto la media nazionale per sostanze cercate. L’ARTA (Agenzia Regionale di Tutela Ambientale) accampa scuse relative a una scarsità di mezzi per rilevare alcune sostanze (come il diffusissimo glifosato) e parla di “selezione mirata” dei fitofarmaci da cercare. Selezione sulla base di che? E con quale credibilità se poi sono escluse alcune delle sostanze che poi risultano tra le più temibili?
Abbiamo sempre polemizzato duramente con l’ARTA e con i suoi vertici per tutta una serie di episodi che a nostro avviso hanno evidenziato l’inadeguatezza di questo organismo di controllo fondamentale per garantire la salute di tutti i Cittadini. E la stessa cosa abbiamo fatto con i vertici politici, D’Alfonso in testa, per gli incarichi dati e confermati. E la dimostrazione di quanto queste rimostranze non siano frutto degli estremismi dei soliti “ambientalisti d’assalto” è data dal corsivo pubblicato ieri su “Il Centro” dal Direttore Mauro Tedeschini che, in risposta al Presidente di Regione, afferma testualmente: “Personalmente resto perplesso quando, per esempio, vedo Mauro Amicone resistere sulla poltrona dell’ARTA, un ente fondamentale per una regione che passa da un’emergenza ambientale all’altra: non ho nulla contro la persona, che conosco appena, ma parliamo di un politico di lungo corso, settantenne, che ci azzecca poco con le materie ambientali. Ma mi sconcerta anche vedere entrare nello staff (per organizzare eventi) Moreno Di Pietrantonio, un simpatico psicologo che è anche il segretario del PD di Pescara, ex consigliere, ex assessore…Il timore è che il governatore Luciano D’Alfonso, dopo essere partito bene, sia tornato alle vecchie logiche.”
Lo stesso D’Alfonso che ha fatto l’intera campagna elettorale sul risanamento dei fiumi e ci troviamo in queste condizioni…
Non c’è più tempo da perdere. Non chiediamo, come fa qualcuno provocatoriamente, lo scioglimento dell’ARTA per manifesta inadeguatezza al compito assegnatogli, ma al contrario pretendiamo una sua totale rifondazione, un suo notevole potenziamento di mezzi e tecnici sul campo per svolgere al meglio un ruolo sempre più importante e complicato. Siamo certi che già adesso all’interno dell’Agenzia ci siano figure professionali all’altezza ma soffocate da un’eccessiva burocrazia, da una scarsa razionalizzazione e soprattutto da una mancanza di risorse adeguate. I finanziamenti necessari il Presidente D’Alfonso li deve e li può trovare, così come sembra riesca ad ottenere facilmente centinaia di milioni per infrastrutture e varianti autostradali.
Ma il tutto deve partire da un segnale forte e reale di cambiamento rappresentato dalle dimissioni di Mario Amicone che, in qualità di Presidente dell’ARTA, è il principale responsabile dei suoi continui fallimenti.
Da parte del mondo associativo che si interessa quotidianamente delle tematiche ambientali non può che esserci l’auspicio che l’ARTA abbia tutte le possibilità per funzionare sempre al meglio e c’è la piena volontà di collaborare assiduamente per la difesa della salute di tutti gli abruzzesi.