AMIANTO D’ABRUZZO: LE RAGIONI DEL NO ALL’APERTURA DI UNA NUOVA DISCARICA PER AMIANTO A ROCCA SAN GIOVANNI

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AMIANTO D’ABRUZZO: LE RAGIONI DEL NO ALL’APERTURA DI UNA NUOVA DISCARICA PER AMIANTO A ROCCA SAN GIOVANNI

L’amianto è stato un materiale di impiego corrente nell’edilizia fin quando si è scoperto quali sono i rischi per la salute umana: mesotelioma, ovvero una delle forme più aggressive di tumore ai polmoni, acclarato dall’OMS e dal Ministero della Salute.

La bonifica delle aree interessate dall’impiego di amianto, anche detto asbesto, è una necessità per l’incolumità della nostra salute, ma deve passare attraverso il piano regionale dei rifiuti con il controllo del pubblico.

Il 29 dicembre 2017 è stato presentato un progetto per una nuova discarica di rifiuti asbestosi da 210.000 mc nel Comune di Rocca San Giovanni .

Ancor prima di considerare la singolare e paradossale circostanza da cui nascerebbe questa nuova discarica, è fondamentale considerare che ad Ortona esiste già una discarica di amianto, dal 2010, con una disponibilità ricettiva di quasi metà della sua capacità. Fu concepita a seguito del terremoto dell’Aquila con una previsione di esercizio di 5 anni. Ad oggi quindi è ancora nelle condizioni di poter accogliere tutto l’amianto d’Abruzzo senza necessità di aprire nuove analoghe discariche.

Premessa questa considerazione invalicabile, il paradosso del nuovo progetto è che verrebbe proposto come condizione senza la quale non potrebbe essere realizzata la bonifica di una vecchia discarica per rifiuti speciali situata a fianco alla nuova.

I proponenti, tenuti a bonificare per legge la vecchia discarica e con oneri a proprio carico, come fosse una partita di poker, rilanciano con una nuova discarica dai cui guadagni verrebbero fuori i soldi per la vecchia bonifica.

Considerando che prima ancora della vecchia discarica, in località Fontanelli di Rocca San Giovanni c’era una cava, ovvero una ferita già inferta a quell’area, è importante riflettere sull’importanza delle scelte di chi ci amministra ricordando che “dove sta l’acqua va l’altra acqua”, nel bene e nel male. Non è ammissibile che per ottenere un diritto, la bonifica, si debba passare per un ulteriore offesa al territorio e ai cittadini come in un crescendo inarrestabile: il sito in questione va bonificato come prevede la legge (punto), senza baratti che come in questo caso non portano alcun vantaggio ai cittadini, in termini di rischi per la salute (il centro commerciale Polycenter è a 400 mt dal sito in questione), per l’ambiente (considerata la sua vicinanza alla Riserva naturale Fosso delle Farfalle) e per l’economia (vista l’esigua distanza che la discarica avrebbe dalla Costa dei Trabocchi e dalla nascente pista ciclabile, volano per lo sviluppo turistico regionale).

C’è poi da chiedersi con cosa e da dove si alimenterebbe la nuova discarica di Rocca San Giovanni, ampliando la riflessione sul rischio che l’Abruzzo sta correndo di vedersi trasformato in una nuova terra dei fuochi. Per impedirlo bisogna che il controllo delle discariche pericolose sia gestito dal pubblico e se affidato ai privati che venga filtrato dal piano rifiuti regionale e monitorato giorno e notte, se si è imparato qualcosa dalla tragica esperienza del Monferrato in Piemonte.

In questa vicenda è decisivo il ruolo dell’amministrazione comunale di Rocca San Giovanni e del suo Sindaco dal quale abbiamo ricevuto piena disponibilità alla collaborazione per impedire un ulteriore scempio sulla Costa dei Trabocchi, mettendo da parte nostra a sua totale disposizione il nostro impegno e le nostre competenze per contrastare il progetto in questione.

Siamo già a lavoro.

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